Università Statale di Milano Chiude Temporaneamente l’Installazione Sponsorizzata da Amazon in Mezzo a Proteste Pro-Palestina

Milano, Italia – 2024-05-08

L’Università Statale di Milano ha temporaneamente chiuso ‘The Amazing Plaza’, un’installazione sponsorizzata da Amazon situata all’interno di una corte del campus universitario, a seguito di giorni di proteste da parte di attivisti e gruppi studenteschi pro-Palestina. La chiusura, annunciata ieri sera, mira a ridurre le tensioni e a consentire la rimozione del materiale di protesta, con una decisione sulla riapertura subordinata a una nuova valutazione della situazione. L’installazione faceva parte del Fuorisalone, il rinomato festival del design milanese, che si svolge in concomitanza con il Salone del Mobile.

Antefatto: Il Fuorisalone e la Corte dell’Università

Il Fuorisalone, noto per le sue esibizioni all’avanguardia e la sua ampia presenza in tutta Milano, utilizza spesso spazi pubblici e semi-pubblici, compresi i campus universitari, per ospitare installazioni. L’Università Statale di Milano ha storicamente partecipato, vedendo l’evento come un’opportunità per mostrare la sua connessione con il panorama creativo della città. ‘The Amazing Plaza’, concepita come uno spazio interattivo che evidenzia le innovazioni logistiche e tecnologiche di Amazon, era destinata a essere un’attrazione centrale all’interno del contributo dell’università al festival. La corte, normalmente una tranquilla area di studio per gli studenti, è stata trasformata in una luminosa e tecnologicamente avanzata esposizione, attirando sia i partecipanti al festival che le critiche all’interno della comunità universitaria.

Inizio delle Proteste: Preoccupazioni per il Coinvolgimento di Amazon

Le proteste sono iniziate lunedì, guadagnando slancio nel corso della settimana. Gli attivisti, principalmente provenienti da gruppi studenteschi e organizzazioni pro-Palestina, hanno espresso forti obiezioni alla sponsorizzazione da parte di Amazon, citando il presunto coinvolgimento dell’azienda nel fornire tecnologia e servizi all’esercito israeliano e il suo presunto sostegno al conflitto in corso a Gaza. I manifestanti hanno sostenuto che ospitare un evento sponsorizzato da Amazon all’interno di un campus universitario fosse un tradimento dei valori dell’istituzione di giustizia sociale e libertà accademica.

“Non possiamo permettere alla nostra università di essere una piattaforma per un’azienda che trae profitto dall’oppressione e dalla violenza”, ha affermato Sofia Rossi, portavoce del gruppo studentesco ‘Studenti per la Palestina’. “Amazon è direttamente coinvolta nell’infrastruttura che sostiene l’occupazione dei territori palestinesi e ospitare questa installazione invia un chiaro messaggio che l’università approva queste azioni.”

Escalation e Risposta dell’Università

Inizialmente, le proteste sono state in gran parte pacifiche, consistendo in sit-in, dimostrazioni e distribuzione di volantini. Tuttavia, le tensioni sono aumentate mercoledì quando i manifestanti hanno tentato di interrompere l’installazione stessa, cercando di disabilitare alcuni dei display interattivi e coprendo lo spazio con striscioni e slogan pro-Palestina. La sicurezza universitaria è intervenuta, portando a lievi scontri e diversi arresti.

L’amministrazione universitaria ha inizialmente difeso la sua decisione di ospitare l’installazione, sostenendo che si trattava di un obbligo contrattuale e che l’università non dovesse essere coinvolta in dibattiti politici. Tuttavia, poiché le proteste si sono intensificate e hanno attirato una notevole attenzione da parte dei media, l’amministrazione ha iniziato a riconsiderare la sua posizione.

“Rispettiamo il diritto alla protesta pacifica, ma non possiamo consentire interruzioni che interferiscano con la missione principale dell’università di istruzione e ricerca”, ha affermato il Professor Marco Bianchi, Rettore dell’università, in una dichiarazione rilasciata giovedì. “Ci impegniamo a trovare una soluzione che rispetti sia i diritti dei manifestanti che gli obblighi contrattuali dell’università.”

Chiusura Temporanea e Sforzi di Ripristino

A seguito di una serie di incontri con i rappresentanti degli studenti, gli organizzatori delle proteste e i funzionari della sicurezza universitaria, l’amministrazione ha annunciato ieri sera la chiusura temporanea di ‘The Amazing Plaza’. La decisione è stata accolta con reazioni contrastanti, con gli organizzatori delle proteste che hanno espresso un cauto ottimismo e i funzionari universitari che hanno sottolineato la necessità di una risoluzione pacifica.

“Accogliamo con favore la decisione dell’università di chiudere temporaneamente l’installazione”, ha affermato Ahmed Khalil, portavoce della ‘Coalizione per i Diritti Palestinesi’. “Questo è un passo nella giusta direzione, ma continueremo a chiedere la fine permanente della partnership dell’università con Amazon.”

Il personale e i funzionari della sicurezza universitaria stanno attualmente lavorando per rimuovere il materiale di protesta e valutare eventuali danni all’installazione. L’università non ha ancora annunciato una tempistica per la riapertura di ‘The Amazing Plaza’, ma i funzionari hanno indicato che una decisione sarà presa in consultazione con i rappresentanti degli studenti e gli organizzatori delle proteste.

Implicazioni Più Ampie e Dibattito in Corso

La chiusura di ‘The Amazing Plaza’ avrà probabilmente implicazioni più ampie per il rapporto tra università, aziende e attivismo politico. L’incidente solleva importanti questioni sulle responsabilità etiche delle università nell’accettare sponsorizzazioni aziendali e sulla misura in cui dovrebbero consentire proteste politiche all’interno del campus.

Il dibattito sul coinvolgimento di Amazon evidenzia anche la crescente tendenza all’attivismo studentesco su questioni relative alla giustizia sociale e ai diritti umani. Gli studenti chiedono sempre più che le università prendano posizione su questioni controverse e allineino i loro valori con quelli della comunità studentesca.

“Non si tratta solo di Amazon o della Palestina”, ha affermato Isabella Moretti, un’attivista studentessa coinvolta nelle proteste. “Si tratta dell’impegno dell’università per la giustizia sociale e della sua volontà di ascoltare le voci dei suoi studenti. Vogliamo un’università che rappresenti qualcosa di più del semplice profitto.”

Prospettive Future e Potenziali Soluzioni

L’Università Statale di Milano si trova ora di fronte alla sfida di trovare una soluzione che soddisfi le preoccupazioni di tutte le parti interessate. Le potenziali soluzioni potrebbero includere la rinegoziazione dei termini dell’accordo di sponsorizzazione con Amazon, l’istituzione di una politica chiara sulle sponsorizzazioni aziendali e la creazione di un forum per il dialogo tra studenti, docenti e amministratori.

L’amministrazione universitaria ha indicato di essere aperta a esplorare tutte le opzioni. “Ci impegniamo a trovare una soluzione che rispetti i diritti di tutte le parti interessate e consenta all’università di continuare la sua missione di istruzione e ricerca”, ha affermato il Professor Bianchi. “Crediamo che il dialogo e il compromesso siano essenziali per risolvere questo problema.”

La situazione rimane fluida e il futuro di ‘The Amazing Plaza’ rimane incerto. Tuttavia, l’incidente ha innescato una discussione cruciale sul ruolo delle università in un mondo in rapida evoluzione e sull’importanza di affrontare questioni sociali e politiche complesse. L’esito di questa situazione servirà probabilmente da precedente per altre università che si trovano ad affrontare sfide simili negli anni a venire.