Trump Intervenne per Fermare un Piano Israeliano di Attacco all’Iran, Dando Priorità alla Diplomazia

Washington D.C. – Secondo un recente rapporto del New York Times, l’ex Presidente Donald Trump è intervenuto direttamente per impedire un piano israeliano di attaccare i siti nucleari iraniani il mese prossimo, preferendo invece la continuazione dei negoziati diplomatici volti a limitare il programma nucleare iraniano. L’operazione proposta, che era in fase avanzata di pianificazione, si basava fortemente sull’ottenimento del sostegno degli Stati Uniti, ma Trump optò infine per un approccio diplomatico, sfruttando ciò che percepiva come la debolezza dello stato iraniano e una rinnovata volontà di impegnarsi in colloqui.

Evitare l’Azione Militare

Il rapporto dettagliato rivela come funzionari israeliani abbiano presentato un piano completo all’amministrazione Trump, delineando un potenziale attacco militare mirato alle strutture nucleari iraniane. Il piano si basava sulla convinzione che l’Iran stesse rapidamente avanzando le sue capacità nucleari e che un attacco preventivo fosse necessario per impedirgli di ottenere un’arma nucleare. Fondamentalmente, gli israeliani cercavano garanzie di sostegno logistico e di intelligence da parte degli Stati Uniti, nonché una certa copertura politica.

Tuttavia, Trump, nonostante la sua retorica apertamente falcata nei confronti dell’Iran, avrebbe espresso riserve sulle potenziali conseguenze di un attacco militare. Fonti all’interno dell’amministrazione citarono preoccupazioni sull’escalation delle tensioni regionali, il potenziale di ritorsioni iraniane contro le forze e gli alleati statunitensi e le più ampie implicazioni geopolitiche di un conflitto.

“Il Presidente è stato molto chiaro sul fatto che non voleva un’altra guerra in Medio Oriente”, ha affermato un alto funzionario dell’amministrazione, parlando in forma anonima. “Credeva che la diplomazia, sebbene impegnativa, offrisse un percorso migliore.”

Sfruttare la Vulnerabilità dell’Iran

La decisione di fermare il piano israeliano coincise con un periodo di significative difficoltà economiche per l’Iran, esacerbate dalle sanzioni statunitensi e dalla pandemia di COVID-19. L’amministrazione Trump ritenne che questa vulnerabilità presentasse un’opportunità per fare pressione sull’Iran affinché riprendesse i negoziati su un accordo nucleare più completo.

“Il Presidente sentiva che l’Iran fosse al tavolo perché non aveva altra scelta”, ha spiegato un’altra fonte. “Voleva usare questa leva per ottenere un accordo migliore rispetto a quello negoziato sotto l’amministrazione Obama.”

Il rapporto suggerisce che Trump comunicò direttamente la sua decisione al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, esortandolo a riconsiderare l’opzione militare e a consentire la continuazione degli sforzi diplomatici. Sebbene Netanyahu abbia espresso delusione, alla fine acconsentì alla richiesta di Trump.

Negoziazioni Dietro le Quinte

A seguito dell’intervento di Trump, l’amministrazione statunitense si impegnò in una serie di negoziati dietro le quinte con funzionari iraniani, facilitati da intermediari. Questi colloqui, che furono tenuti in gran parte al di fuori dell’attenzione del pubblico, si concentrarono sull’istituzione di un quadro per un nuovo accordo nucleare.

Sebbene questi negoziati non abbiano portato a una svolta, sono riusciti a prevenire un’ulteriore escalation delle tensioni. L’amministrazione Trump continuò a perseguire una politica di “massima pressione” sull’Iran, lasciando allo stesso tempo aperta la porta al coinvolgimento diplomatico.

Un Cambiamento di Strategia

La decisione di dare priorità alla diplomazia rispetto all’azione militare rappresenta un significativo cambiamento di strategia per l’amministrazione Trump. Nel corso della sua presidenza, Trump aveva ripetutamente criticato l’accordo nucleare iraniano, formalmente noto come Piano d’azione globale congiunto (JCPOA), e aveva minacciato di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo. Lo fece effettivamente nel 2018, reimponendo le sanzioni all’Iran e innescando un periodo di crescenti tensioni.

Tuttavia, il rapporto suggerisce che Trump riconobbe i potenziali pericoli di un conflitto militare con l’Iran e scelse infine di perseguire un approccio più cauto. Questa decisione, sebbene controversa, potrebbe aver evitato una guerra potenzialmente catastrofica in Medio Oriente.

Implicazioni per il Futuro

La rivelazione dell’intervento di Trump avrà probabilmente implicazioni significative per il futuro delle relazioni USA-Iran. L’amministrazione Biden, che ha espresso la volontà di aderire nuovamente al JCPOA, potrebbe considerarlo una prova che la diplomazia può essere uno strumento efficace per gestire il programma nucleare iraniano.

Tuttavia, il rapporto evidenzia anche le sfide della negoziazione con l’Iran, nonché il potenziale di disaccordi tra gli Stati Uniti e i suoi alleati. Il futuro delle relazioni USA-Iran rimane incerto, ma gli eventi descritti nel rapporto del New York Times offrono una preziosa visione delle complesse dinamiche in gioco.

Risposta della Casa Bianca

La Casa Bianca non ha ancora rilasciato una risposta formale al rapporto del New York Times. Tuttavia, fonti all’interno dell’amministrazione hanno confermato che il rapporto riflette accuratamente gli eventi che si sono verificati durante la presidenza Trump. Ulteriori dettagli dovrebbero emergere nei prossimi giorni mentre l’amministrazione Biden conduce la propria revisione della questione.