Trump Incolpa Zelensky e Biden della Guerra in Ucraina, Promette “Soluzioni”
Washington D.C. – In una serie di dichiarazioni rilasciate il 14 aprile 2025, l’ex presidente statunitense Donald Trump ha attribuito la responsabilità della guerra in Ucraina sia al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che all’attuale presidente statunitense Joe Biden, riconoscendo al contempo il ruolo del presidente russo Vladimir Putin nell’aver dato inizio al conflitto. Trump ha sostenuto che la guerra non si sarebbe verificata sotto la sua leadership e si è distanziato da qualsiasi responsabilità per l’escalation della crisi. Ha accennato a “proposte” imminenti per porre fine alla guerra, suscitando reazioni immediate da Kiev, Mosca e da leader internazionali. Questo cambiamento di retorica avviene in un momento di continui combattimenti, rapporti contrastanti sugli attacchi e negoziati diplomatici in stallo, sollevando interrogativi su possibili vie di de-escalation e una pace duratura. Zelensky, in un appello diretto, ha invitato Trump a visitare l’Ucraina e a contribuire a un piano di pace.
Le Accuse e il Distacco di Trump
Le dichiarazioni di Trump, rilasciate attraverso una serie di interviste e post sui social media, si sono concentrate sull’affermazione che sia Zelensky che Biden abbiano fallito nel prevenire adeguatamente la guerra. Ha sostenuto che Zelensky avrebbe dovuto essere più disposto a negoziare con la Russia prima dell’invasione su vasta scala, implicando una mancanza di diplomazia proattiva da parte di Kiev. “Zelensky avrebbe dovuto sedersi al tavolo con Putin. Si sarebbe potuto raggiungere un accordo”, ha dichiarato Trump in un’intervista televisiva. Ha anche criticato le politiche dell’amministrazione Biden, sostenendo che abbiano incoraggiato Putin attraverso una presunta debolezza. “Hanno mostrato debolezza, e Putin non rispetta la debolezza”, ha aggiunto Trump. Pur riconoscendo l’inizio del conflitto da parte di Putin, Trump ha ripetutamente suggerito che il presidente russo stesse reagendo a presunte provocazioni, inquadrando l’invasione come una risposta a pressioni esterne. Ha ripetutamente sottolineato che la guerra non si sarebbe verificata sotto la sua presidenza, citando i suoi precedenti tentativi di coltivare un rapporto con Putin e la sua presunta forza sulla scena internazionale. “Conoscevo Putin. Lo capivo. Questo non sarebbe mai successo con me al potere”, ha affermato. La retorica di Trump rappresenta una significativa deviazione dalla politica tradizionale statunitense di sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, e ha suscitato critiche da tutto lo spettro politico. Non ha ancora dettagliato le “proposte” che, a suo dire, risolveranno il conflitto, portando ad accuse di promesse vuote. Diversi analisti di politica estera hanno sottolineato la passata riluttanza di Trump a condannare l’aggressione russa come prova di una parzialità pro-russa.
La Risposta e l’Appello di Zelensky
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto alle accuse di Trump con un appello diretto affinché l’ex presidente visiti l’Ucraina e assista in prima persona alla devastazione. “Invito il signor Trump a venire in Ucraina, a vedere con i propri occhi la sofferenza del nostro popolo, la distruzione causata dall’aggressione russa”, ha dichiarato Zelensky in una conferenza stampa. Ha sostenuto che una comprensione diretta del conflitto dimostrerebbe la vera natura della guerra e potrebbe facilitare un dialogo costruttivo. Ha anche criticato una recente dichiarazione di un vicepresidente statunitense, che ha percepito come una giustificazione delle azioni di Putin, sebbene non abbia nominato il funzionario. Zelensky ha avvertito che le ambizioni di Putin si estendono oltre l’Ucraina, mirando a ricostruire un impero russo, e che il mancato sostegno adeguato all’Ucraina potrebbe portare a un conflitto globale più ampio. Ha sottolineato il continuo bisogno dell’Ucraina di aiuti militari e finanziari da parte dei suoi alleati, e ha espresso la speranza che Trump possa svolgere un ruolo positivo nel raggiungimento di una risoluzione pacifica. Tuttavia, l’appello di Zelensky è complicato dalla storia di Trump di mettere in discussione la legittimità della democrazia ucraina e dai suoi precedenti tentativi di fare pressione sull’Ucraina affinché indaghi sui suoi rivali politici.
Narrazioni Contrastanti e l’Attacco a Sumy
Il conflitto in corso è ulteriormente complicato da narrazioni nettamente contrastanti da parte di Russia e Ucraina riguardo agli eventi sul campo di battaglia. A seguito di un attacco mortale nella città di Sumy, la Russia ha affermato di aver preso di mira un incontro di ufficiali ucraini, causando vittime militari, e ha accusato l’Ucraina di utilizzare i civili come scudi umani – una tattica che la Russia ha frequentemente impiegato in altri conflitti. Zelensky ha respinto queste affermazioni, affermando che sono stati colpiti solo siti civili e chiedendo sanzioni più severe contro la Russia. “La Russia continua a mentire e a distorcere la verità. L’attacco a Sumy è stato un atto di terrorismo deliberato contro civili innocenti”, ha dichiarato Zelensky. Le narrazioni contrastanti sottolineano la difficoltà di verificare le informazioni in una zona di conflitto e il potenziale della propaganda per influenzare l’opinione pubblica. La verifica indipendente degli eventi rimane difficile e l’accesso alla regione di Sumy è attualmente limitato da entrambe le parti.
Sforzi Diplomatici e Reazioni Internazionali
Nonostante l’escalation delle tensioni e i negoziati di pace in stallo, gli sforzi diplomatici continuano. Un inviato statunitense ha incontrato Putin a San Pietroburgo, descrivendo la conversazione come “utile”, sebbene non siano stati rilasciati dettagli. Tuttavia, non è attualmente previsto né in discussione alcun incontro tra Putin e Trump. I leader internazionali hanno reagito con cautela alle dichiarazioni di Trump, molti esprimendo preoccupazione per i suoi tentativi di attribuire la colpa e per la sua deviazione dalla politica estera statunitense consolidata. L’Unione Europea ha ribadito il suo incrollabile sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina e ha chiesto il mantenimento delle sanzioni contro la Russia. Diversi funzionari dell’UE hanno espresso privatamente frustrazione per la retorica di Trump, temendo che possa minare l’unità transatlantica. Il Cremlino, nel frattempo, è rimasto in gran parte in silenzio sulle dichiarazioni di Trump, sebbene un portavoce le abbia descritte come “interessanti”.
