Fuga dal carcere di Palermo: Caccia all’adolescente tunisino; aumentano le preoccupazioni per la sicurezza

Due fuggitivi riacciuffati dopo l’audace evasione dal carcere minorile Malaspina; le autorità intensificano la ricerca del terzo evaso mentre il sindacato chiede una riforma sistemica.

Palermo, Italia – 14 aprile 2025 – È in corso una vasta caccia all’uomo a Palermo, in Sicilia, per un cittadino tunisino fuggito dal carcere minorile Malaspina domenica 13 aprile, insieme ad altri due detenuti minorenni. Mentre due dei fuggitivi sono stati rapidamente catturati in un’operazione congiunta della Polizia di Stato e dei Carabinieri, la continua libertà del cittadino tunisino ha sollevato preoccupazioni sulla vulnerabilità della sicurezza all’interno della struttura e ha suscitato aspre critiche da parte dei sindacati penitenziari che chiedono una riforma sistemica.

Audace evasione e rapida cattura di due detenuti

I tre detenuti hanno orchestrato un’evasione meticolosamente pianificata, forzando le sbarre delle loro celle con una sega. Hanno quindi improvvisato una corda con lenzuola annodate, utilizzandola per scalare le mura del carcere e scomparire nelle strade di Palermo intorno alle 10:30 del mattino. Le autorità hanno risposto prontamente, lanciando un’immediata e vasta operazione di ricerca che ha coinvolto unità di terra e sorveglianza aerea tramite elicottero.

Il primo evaso è stato catturato poco dopo la fuga. Il secondo è stato individuato e arrestato nel vivace quartiere di Ballarò, noto punto caldo per la piccola criminalità. I documenti indicano che questo individuo era stato precedentemente coinvolto in una rivolta in un altro centro di detenzione ed era detenuto con l’accusa di rapina, sollevando interrogativi sui protocolli di valutazione del rischio.

L’attenzione si sposta sul cittadino tunisino; preoccupazioni per viaggi internazionali

La ricerca del terzo evaso, un cittadino tunisino la cui identità è mantenuta riservata in attesa di notificare la famiglia, è ora l’obiettivo principale delle forze dell’ordine. Le autorità stanno concentrando i loro sforzi in vari quartieri di Palermo, in particolare quelli con consolidate comunità di migranti, nonché in importanti snodi di trasporto come stazioni ferroviarie e il porto. Cresce la preoccupazione che possa tentare di lasciare la Sicilia, o addirittura il paese, utilizzando rotte di contrabbando consolidate. L’Interpol è stata informata.

Gli antecedenti dei detenuti rivelano sfide sistemiche

Gli antecedenti dei fuggitivi dipingono un quadro complesso delle sfide affrontate dal sistema di detenzione minorile siciliano. Oltre al cittadino tunisino, un altro evaso è originario della Costa d’Avorio e il terzo è di nazionalità marocchina. Il detenuto marocchino era stato recentemente trasferito da un centro di detenzione a Reggio Calabria a seguito della sua partecipazione a una rivolta, evidenziando un modello di comportamento escalation e potenziali fallimenti nei protocolli di trasferimento interni.

Ad aggravare la situazione, l’evaso ivoriano, una volta riacciuffato, avrebbe appiccato un incendio nella sua cella e si sarebbe autolesionato come forma di protesta. Questo incidente sottolinea le condizioni instabili all’interno della struttura e l’urgente necessità di un miglior supporto per la salute mentale dei detenuti.

Le critiche del sindacato si intensificano; appelli per un’azione immediata

L’evasione ha scatenato aspre critiche da parte del Sappe, un importante sindacato penitenziario italiano, che da tempo solleva preoccupazioni per le inadeguate misure di sicurezza, la cronica carenza di personale e la mancanza di investimenti in programmi di riabilitazione nelle prigioni siciliane. Il sindacato ha chiesto maggiori risorse, protocolli di sicurezza migliorati e una revisione completa del sistema di detenzione minorile.

“Questa evasione non è un incidente isolato; è una diretta conseguenza di anni di negligenza e sottofinanziamento”, ha dichiarato un portavoce del Sappe. “Abbiamo avvertito le autorità per mesi sulle condizioni in deterioramento all’interno di queste strutture e ora stiamo assistendo ai risultati prevedibili. Chiediamo un’azione immediata per affrontare questi fallimenti sistemici.” Il sindacato ha minacciato proteste regionali se le sue richieste non verranno soddisfatte.

È stata avviata un’indagine; in corso una revisione della sicurezza

È stata avviata un’indagine interna per determinare come i detenuti siano stati in grado di segare le sbarre delle celle e creare la corda improvvisata senza essere scoperti. Le autorità stanno rivedendo i protocolli di sicurezza, tra cui la sorveglianza del perimetro, le ispezioni delle celle e la formazione del personale, e stanno valutando l’implementazione di misure aggiuntive per prevenire future evasioni. Ciò include l’esplorazione dell’installazione di sbarre delle celle rinforzate e di tecnologie di sorveglianza avanzate.

L’incidente solleva seri interrogativi sull’efficacia dell’attuale sistema di detenzione minorile in Sicilia e sulle sfide della riabilitazione dei giovani delinquenti. La ricerca in corso del cittadino tunisino rimane una priorità assoluta per le forze dell’ordine e l’esito avrà probabilmente implicazioni significative per il futuro della detenzione minorile nella regione. Il Ministero della Giustizia ha annunciato che invierà un team di esperti in Sicilia per valutare la situazione e raccomandare miglioramenti.