Il Monte Etna si Risveglia: Nuova Fase Eruptiva Rilevata, ma l’Aeroporto di Catania Rimane Operativo

L’attività concentrata sul cratere Sud-Est induce un aumento del monitoraggio, mentre il vulcano più attivo d’Italia continua il suo dinamico comportamento.

Catania, Italia – 12 aprile 2025 – Il Monte Etna, uno dei vulcani più attivi al mondo, è entrato in una nuova fase eruttiva ieri, 11 aprile 2025, inducendo un aumento del monitoraggio da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Sebbene il vulcano stia mostrando una rinnovata attività concentrata attorno al suo cratere Sud-Est, le autorità hanno confermato che l’aeroporto di Catania rimane operativo e il livello di allerta per l’aviazione non è stato modificato. Questo ultimo episodio sottolinea il persistente, ma spesso prevedibile, comportamento vulcanico dell’Etna, una caratteristica che consente un’efficace gestione del rischio e misure di sicurezza pubblica.

(Immagine: Una fotografia recente del Monte Etna in eruzione, che mostra fontane di lava e pennacchi di cenere. Didascalia: Il Monte Etna erutta l'11 aprile 2025, visto da una città vicina. Credito fotografico: INGV)

L’Ultima Attività dell’Etna: Cronologia e Panoramica

L’aumento dell’attività vulcanica è stato rilevato per la prima volta intorno alle 11:30 del mattino del 11 aprile 2025. Gli scienziati dell’INGV hanno osservato un aumento dei tremori sismici e dei segnali infrasonici – onde sonore a bassa frequenza generate dall’attività vulcanica – provenienti dal cratere Sud-Est, indicando il movimento del magma sotto la superficie. Le prime osservazioni suggerivano un’eruzione stromboliana, caratterizzata da raffiche intermittenti di gas, cenere e frammenti di lava.

Nel corso del pomeriggio e della sera, l’intensità dell’attività è fluttuata. Sebbene siano stati osservati flussi di lava sui pendii del vulcano, sono rimasti contenuti nelle aree sommitali stabilite. L’INGV ha dispiegato ulteriori apparecchiature di monitoraggio, tra cui telecamere termiche e sorveglianza con droni, per raccogliere dati dettagliati sull’evoluzione dell’eruzione. La lava attualmente emessa è di composizione basaltica, relativamente fluida, e scorre a una velocità stimata di 10-20 metri all’ora.

Il cratere Sud-Est è stata la principale fonte dell’attività eruttiva dell’Etna negli ultimi anni, sperimentando frequenti episodi parossistici – brevi e intense esplosioni di attività. Questi episodi spesso coinvolgono fontane di lava, pennacchi di cenere e la formazione di coni temporanei. Gli scienziati sottolineano che, sebbene l’attività attuale sia degna di nota, rientra nell’ambito del tipico comportamento dell’Etna. Il monitoraggio continuo mira a valutare se l’eruzione si intensificherà o rimarrà contenuta. I dati preliminari suggeriscono che l’eruzione è attualmente caratterizzata da un’intensità moderata, senza immediate minacce per le aree popolate.

Monitoraggio dell’Etna: Il Ruolo e la Tecnologia dell’INGV

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio dell’Etna e nella fornitura di informazioni tempestive alle autorità e al pubblico. La completa rete di monitoraggio dell’INGV include una fitta rete di sismometri, stazioni GPS, inclinometri e sensori di gas posizionati strategicamente attorno al vulcano.

I sismometri rilevano le vibrazioni del terreno causate dal movimento del magma, fornendo informazioni sulla posizione e l’intensità dell’attività vulcanica. Le stazioni GPS misurano la deformazione del terreno, indicando i cambiamenti nella forma del vulcano causati dall’accumulo di magma. Gli inclinometri rilevano sottili cambiamenti nell’angolo di inclinazione, fornendo ulteriori prove del movimento del magma. I sensori di gas misurano la concentrazione di gas vulcanici, come l’anidride solforosa e l’anidride carbonica, che possono indicare cambiamenti nell’attività vulcanica.

Oltre al monitoraggio basato a terra, l’INGV utilizza immagini satellitari e sorveglianza con droni per tracciare l’attività dell’Etna. Le telecamere termiche rilevano le firme termiche, consentendo agli scienziati di monitorare i flussi di lava e identificare le aree di maggiore attività. I droni forniscono immagini e video ad alta risoluzione della cima del vulcano, consentendo agli scienziati di valutare l’evoluzione dell’eruzione e identificare potenziali pericoli. L’INGV utilizza anche l’interferometria radar satellitare (InSAR), una tecnica che utilizza segnali radar per rilevare sottili deformazioni del terreno su aree più ampie, fornendo un quadro più ampio del movimento del magma sotto il vulcano. I dati raccolti dalla rete di monitoraggio dell’INGV vengono continuamente analizzati da un team di vulcanologi, che forniscono aggiornamenti regolari alle autorità e al pubblico.

Impatto sull’Aviazione e sulle Comunità Locali

Nonostante l’eruzione in corso, l’aeroporto di Catania, situato a circa 50 chilometri dal Monte Etna, rimane operativo. I controllori del traffico aereo stanno monitorando attentamente la nube di cenere vulcanica e stanno regolando le rotte di volo, se necessario, per evitare potenziali pericoli. Il livello di allerta per l’aviazione rimane giallo, indicando nessuna minaccia significativa per l’aviazione.

Le comunità locali che vivono sui pendii del Monte Etna sono abituate all’attività vulcanica e hanno sviluppato strategie efficaci per far fronte a potenziali pericoli. Le autorità di protezione civile hanno stabilito piani di evacuazione e sono pronte ad assistere i residenti, se necessario. L’eruzione attuale non dovrebbe rappresentare una minaccia diretta per le aree popolate, poiché i flussi di lava sono contenuti nelle aree sommitali stabilite.

Tuttavia, le autorità invitano i residenti a prendere precauzioni, come indossare maschere per proteggersi dalla caduta di cenere ed evitare attività all’aperto durante i periodi di intensa attività. Il comune locale sta distribuendo maschere N95 e fornendo informazioni sulle procedure di pulizia della cenere. Il monitoraggio continuo da parte dell’INGV e delle autorità di protezione civile è fondamentale per garantire la sicurezza delle comunità locali e ridurre al minimo l’impatto dell’eruzione.

La Storia Vulcanica dell’Etna e le Prospettive Future

Il Monte Etna ha una lunga e complessa storia vulcanica, risalente a oltre 500.000 anni fa. Il vulcano ha sperimentato numerose eruzioni nel corso della sua storia, che vanno da eruzioni effusive gentili a eruzioni esplosive violente. L’attività vulcanica dell’Etna è guidata dalla subduzione della placca africana sotto la placca eurasiatica.

L’attuale struttura del vulcano è caratterizzata da un complesso sistema di crateri, fratture e flussi di lava. L’area sommitale è dominata dal Cratere Centrale, dal Cratere Nord-Est e dal Cratere Sud-Est. Il cratere Sud-Est è stato il cratere più attivo negli ultimi anni, sperimentando frequenti episodi parossistici.

Gli scienziati prevedono che il Monte Etna continuerà ad essere attivo in futuro. La posizione del vulcano in una regione tettonicamente attiva e la sua abbondante fornitura di magma suggeriscono che le eruzioni continueranno a verificarsi per secoli a venire. Tuttavia, l’intensità e la frequenza delle eruzioni sono difficili da prevedere.

“L’Etna è un vulcano straordinariamente dinamico”, afferma la dottoressa Francesca Rizzo, vulcanologa dell’INGV. “La nostra rete di monitoraggio ci consente di tracciare i cambiamenti nell’attività e di fornire avvisi tempestivi alle autorità e al pubblico. Sebbene non possiamo prevedere le eruzioni con certezza, possiamo ridurre significativamente i rischi associati all’attività vulcanica.”

Storicamente, l’eruzione del 1669 ha causato danni significativi a Catania, seppellendo parti della città sotto i flussi di lava. Sebbene il monitoraggio moderno e la preparazione abbiano notevolmente ridotto il rischio, l’Etna rimane una potente forza della natura. Il monitoraggio continuo da parte dell’INGV e di altri istituti di ricerca è fondamentale per comprendere i processi vulcanici dell’Etna e migliorare la nostra capacità di prevedere le eruzioni future. Combinando i dati scientifici con efficaci strategie di gestione del rischio, possiamo ridurre al minimo l’impatto dell’attività vulcanica sulle comunità locali e garantire la sicurezza dei residenti e dei visitatori. La fase eruttiva attuale, sebbene degna di nota, è considerata una parte normale del comportamento dinamico dell’Etna e le autorità rimangono vigili nei loro sforzi di monitoraggio.

(Mappa: Una mappa della Sicilia che mostra la posizione del Monte Etna, dell’aeroporto di Catania e delle principali città e paesi della regione.)