L’Italia si Mobilita per il Clima: Migliaia in Piazza a Roma e Torino con Fridays for Future
Proteste Nazionali Chiedono un Intervento Urgente di Governi e Aziende sulla Crisi Climatica, Collegando le Questioni Ambientali a Guerre, Giustizia Sociale e Disuguaglianze Economiche
Roma/Torino, Italia – 11 aprile 2025 – Oltre 50.000 persone sono scese in piazza a Roma e Torino oggi, partecipando a scioperi nazionali per il clima organizzati da Fridays for Future (FFF) Italia. Le proteste, parte di una mobilitazione globale, hanno sottolineato la crescente frustrazione pubblica per la lentezza dell’azione climatica e hanno richiesto un cambiamento sistemico da parte di governi e aziende. I manifestanti hanno evidenziato l’interconnessione tra la crisi climatica, le questioni di giustizia sociale, la guerra, le disuguaglianze economiche e l’urgente necessità di una transizione giusta verso un futuro sostenibile. Gli scioperi hanno visto la partecipazione in circa 70 città italiane, dimostrando un movimento ampio e in crescita per la responsabilità ambientale, con gli organizzatori che segnalano un aumento del 30% della partecipazione rispetto a eventi simili nel 2024.
Un Appello al Cambiamento Sistemico: Oltre i Combustibili Fossili
Le richieste fondamentali di Fridays for Future Italia si concentrano su un cambiamento radicale nel modo in cui la società affronta il cambiamento climatico. Gli attivisti chiedono un’immediata interruzione del finanziamento e degli investimenti in combustibili fossili, sostenendo invece una rapida transizione verso fonti di energia rinnovabile. Ciò include la richiesta di cancellare tutti i nuovi progetti di infrastrutture per combustibili fossili attualmente pianificati in Italia, compresi i progetti di trivellazione offshore nel Mar Adriatico. Oltre all’energia, i manifestanti hanno sottolineato la necessità di giustizia climatica, riconoscendo che gli impatti del cambiamento climatico colpiscono in modo sproporzionato le comunità vulnerabili, sia all’interno dell’Italia che a livello globale. Il movimento sostiene un passaggio da un modello economico guidato dal profitto a uno che dia priorità alla sostenibilità ambientale, al benessere sociale e a un’equa distribuzione delle risorse. Un tema chiave che risuona in tutte le dimostrazioni è la responsabilità del governo, con i manifestanti che chiedono cambiamenti politici concreti e normative ambientali più severe, compresi obiettivi legalmente vincolanti per la riduzione delle emissioni in linea con l’obiettivo di 1,5°C dell’Accordo di Parigi.
Roma: Marcia Contro l’Inazione e la Disparità Economica
A Roma, la manifestazione è iniziata in Piazza della Repubblica e si è conclusa con un raduno vicino al Parlamento italiano. Studenti e attivisti hanno marciato per il centro della città, portando striscioni e intonando slogan che denunciavano l’inazione del governo sul cambiamento climatico e il crescente divario tra ricchi e poveri. La protesta è servita da piattaforma per i giovani per esprimere le loro preoccupazioni per il futuro e chiedere una maggiore responsabilità ai politici.
“Siamo qui oggi perché i nostri leader ci stanno deludendo”, ha detto Sofia Rossi, una studentessa attivista romana di 19 anni. “Parlano di sostenibilità, ma le loro azioni non corrispondono alle loro parole. Abbiamo bisogno di un cambiamento reale, non di vuote promesse. L’Italia continua a sovvenzionare i combustibili fossili mentre i progetti di energia rinnovabile faticano a ottenere finanziamenti: è inaccettabile.”
La manifestazione romana ha anche visto interventi di esperti ambientali e leader della comunità, che hanno evidenziato l’urgente necessità di un cambiamento sistemico e l’importanza dell’azione collettiva. Gli attivisti hanno criticato in particolare la continua dipendenza dell’Italia dai combustibili fossili, la mancanza di investimenti nelle infrastrutture per l’energia rinnovabile e la recente decisione del governo di indebolire le normative ambientali sulle emissioni industriali.
Torino: Sensibilizzazione e Mobilitazione per una Transizione Giusta
Lo sciopero per il clima a Torino ha attirato una grande folla in Piazza Castello, dove gli attivisti si sono riuniti per sensibilizzare sull’emergenza climatica e mobilitare il sostegno per l’azione climatica. La manifestazione si è concentrata sulla necessità di una transizione giusta verso un’economia sostenibile, garantendo che i lavoratori e le comunità non vengano lasciati indietro nel passaggio dai combustibili fossili. Una significativa delegazione di lavoratori dell’industria automobilistica, che affrontano potenziali perdite di posti di lavoro a causa della transizione verso i veicoli elettrici, ha partecipato alla marcia, chiedendo programmi di riqualificazione e investimenti in posti di lavoro verdi.
“Dobbiamo creare un futuro in cui tutti possano prosperare, non solo pochi eletti”, ha detto Marco Bianchi, un attivista torinese di 22 anni. “Ciò significa investire in posti di lavoro verdi, sostenere le imprese sostenibili e garantire che tutti abbiano accesso a energia pulita. Non possiamo lasciare indietro i lavoratori: una transizione giusta deve essere al centro della nostra politica climatica.”
La manifestazione torinese ha anche incluso workshop e sessioni educative, fornendo ai partecipanti informazioni sul cambiamento climatico e consentendo loro di agire nelle loro comunità. Gli attivisti hanno sottolineato l’importanza di ridurre le emissioni di carbonio, promuovere il trasporto sostenibile e adottare stili di vita più rispettosi dell’ambiente.
“Non Vendere il Nostro Futuro”: Collegare il Cambiamento Climatico ai Conflitti Globali
Il tema globale per lo sciopero per il clima della primavera 2025, “Non Vendere il Nostro Futuro”, ha risuonato fortemente sia a Roma che a Torino. I manifestanti hanno sottolineato che le politiche attuali stanno mettendo a rischio il futuro delle generazioni a venire e che è necessaria un’azione urgente per proteggere il pianeta. Molti striscioni e slogan hanno esplicitamente collegato la crisi climatica ai conflitti globali in corso, sostenendo che la scarsità di risorse e il degrado ambientale stanno esacerbando le tensioni e causando sfollamenti.
“Non protestiamo solo per noi stessi; protestiamo per i nostri figli e nipoti”, ha detto Elena Verdi, una madre di 35 anni che ha partecipato alla manifestazione romana. “Vogliamo garantire che ereditino un pianeta sano e sostenibile. La crisi climatica è un moltiplicatore di minacce: sta peggiorando i conflitti esistenti e creandone di nuovi. Dobbiamo affrontare le cause profonde sia del cambiamento climatico che dei conflitti.”
Gli scioperi hanno anche evidenziato l’interconnessione tra la crisi climatica e altre questioni di giustizia sociale, come la povertà, la disuguaglianza e la guerra. Gli attivisti hanno sostenuto che queste questioni sono tutte interconnesse e che è necessario un approccio olistico per affrontarle efficacemente. Fridays for Future Italia si considera parte di un movimento più ampio che lotta per i diritti umani, la democrazia e un futuro sostenibile.
Oltre le Proteste: Un Movimento per il Cambiamento Sistemico e la Risposta del Governo
Gli scioperi per il clima a Roma e Torino rappresentano un’ondata crescente di attivismo che chiede un’azione urgente sul cambiamento climatico. Sebbene le proteste siano importanti per sensibilizzare e mobilitare il sostegno pubblico, gli attivisti sottolineano che sono solo una parte di un movimento più ampio per il cambiamento sistemico.
Fridays for Future Italia è attivamente coinvolta nella pressione sui politici, nell’organizzazione di campagne educative e nella promozione di pratiche sostenibili nelle comunità di tutto il paese. Il movimento sta anche lavorando per costruire alleanze con altre organizzazioni di giustizia sociale e creare una coalizione più ampia per il cambiamento.
In risposta alle proteste, il Ministro dell’Ambiente Alessandro Rossi ha rilasciato una dichiarazione in cui riconosceva le preoccupazioni sollevate dai manifestanti. Ha annunciato una nuova iniziativa governativa per investire 5 miliardi di euro in progetti di energia rinnovabile nei prossimi cinque anni e si è impegnato a rafforzare le normative ambientali. Tuttavia, ha difeso il continuo sostegno del governo all’industria dei combustibili fossili, sostenendo che è necessario per garantire la sicurezza energetica. I partiti di opposizione hanno criticato la risposta del ministro come insufficiente, chiedendo un piano climatico più ambizioso e completo.
Mentre la crisi climatica si intensifica, la richiesta di un’azione urgente non fa che crescere. Gli scioperi per il clima a Roma e Torino servono a ricordare che il futuro del pianeta è in gioco e che l’azione collettiva è essenziale per creare un mondo sostenibile e giusto per tutti. Il movimento non mostra segni di rallentamento, con gli organizzatori che pianificano una serie di ulteriori proteste e campagne nei prossimi mesi.
