🇮🇹 L’Italia si prepara al quarto trasferimento di migranti in Albania tra battaglie legali e un cambio di focus
Un accordo controverso per l’elaborazione dei richiedenti asilo al di fuori dell’Italia vede un nuovo impulso ai trasferimenti, mentre Roma cerca di superare gli ostacoli legali e sfruttare appieno le strutture in Albania, potenzialmente orientandosi verso il rimpatrio.
Introduzione:
Roma si sta preparando al quarto trasferimento di migranti irregolari verso i centri di elaborazione in Albania questa settimana, segnando una rinnovata spinta da parte del governo italiano per attuare un accordo altamente contestato volto a gestire i flussi migratori. Nonostante le ripetute sfide legali e un avvio iniziale lento, l’amministrazione del Primo Ministro Giorgia Meloni è determinata a utilizzare le strutture in Albania, concentrandosi ora sempre più sui migranti con decreti di espulsione convalidati per semplificare i processi e potenzialmente riorientare i centri verso il rimpatrio nel caso in cui le domande di asilo continuino a essere respinte. Al 11 aprile 2025, l’iniziativa rimane gravata da incertezze legali e critiche da parte delle organizzazioni per i diritti umani, ma l’Italia segnala un impegno a massimizzare l’investimento di circa 1 miliardo di euro. Questo articolo fornisce una panoramica completa dell’accordo, della sua attuazione, delle battaglie legali e delle potenziali direzioni future.
1. Contesto: L’accordo migratorio Italia-Albania
- Origini e motivazioni: A novembre 2023, Italia e Albania hanno firmato un accordo storico che consente all’Italia di trasferire fino a 36.000 migranti irregolari all’anno nei centri di elaborazione albanesi. L’accordo è stato presentato dal governo Meloni come una soluzione innovativa per alleviare la pressione sul sistema di asilo italiano, scoraggiare l’immigrazione irregolare e affrontare la più ampia sfida migratoria europea. L’accordo è stato anche inquadrato come una dimostrazione di condivisione degli oneri con l’Albania, un paese con un numero relativamente basso di domande di asilo.
- Panoramica delle strutture: Sono stati istituiti due centri appositamente costruiti in Albania – uno a Gjadër e un altro a Shëngjergj – progettati per ospitare i migranti durante l’elaborazione delle loro domande di asilo. L’Italia è responsabile del finanziamento delle strutture, della fornitura di supporto logistico e della copertura dei costi operativi. I centri sono destinati a fornire alloggio, assistenza sanitaria, assistenza legale e servizi di interpretariato ai migranti.
- Attuazione iniziale e avvio lento: L’attuazione iniziale dell’accordo è stata immediatamente ostacolata da sfide legali da parte di organizzazioni per i diritti umani e partiti di opposizione. I tribunali italiani hanno ripetutamente stabilito contro i trasferimenti, citando preoccupazioni per la mancanza di adeguate protezioni legali per i migranti, il potenziale per violazioni del diritto internazionale e la compatibilità dell’accordo con le normative dell’Unione Europea. A inizio febbraio 2025, solo circa 73 migranti erano stati trasferiti e tutti erano stati successivamente rimpatriati in Italia a causa di decisioni legali. Un trasferimento di 49 migranti è avvenuto alla fine di gennaio 2025, ma il ritmo complessivo è stato significativamente più lento del previsto, sollevando interrogativi sulla fattibilità dell’accordo.
2. Battaglie legali e criteri di trasferimento in evoluzione
- Corte europea di giustizia contro Corte suprema italiana: La Corte europea di giustizia (Corte CE) ha costantemente stabilito che le domande di asilo non possono essere accelerate o respinte automaticamente per i migranti provenienti da paesi non considerati “totalmente sicuri” ai sensi del diritto internazionale. Questa sentenza sfida direttamente l’approccio del governo italiano, che si basa su un elenco di “paesi sicuri” diverso dalla valutazione della Corte CE. Tuttavia, la Corte suprema italiana ha confermato il diritto del governo di definire il proprio elenco di paesi sicuri, creando un conflitto legale e un panorama giurisdizionale complesso. Questa divergenza nell’interpretazione legale ha alimentato contenziosi continui e incertezze.
- Sentenze dei tribunali e risposte dei migranti: I tribunali italiani hanno costantemente sollevato preoccupazioni per la mancanza di giusto processo, il potenziale per il refoulement (il rimpatrio dei migranti in paesi in cui affrontano persecuzioni) e la compatibilità dell’accordo con la Convenzione europea dei diritti umani. In particolare, alcuni migranti hanno presentato proattivamente documenti che provano la loro nazionalità da paesi che l’Italia considera insicuri per evitare il trasferimento, dimostrando consapevolezza dei loro diritti e delle sfide legali che l’accordo presenta.
- Focus sui decreti di espulsione: Il prossimo quarto trasferimento segnala un significativo cambiamento di focus. Il governo italiano sta ora dando priorità al trasferimento di migranti irregolari che hanno già decreti di espulsione convalidati – individui a cui è stato negato l’asilo o altre protezioni legali e che sono soggetti a deportazione. Questa strategia mira a semplificare il processo, evitare sfide legali relative alle domande di asilo e dimostrare un risultato tangibile dall’accordo. Ciò suggerisce un allontanamento dall’elaborazione di nuove domande di asilo in Albania e verso l’utilizzo delle strutture per la detenzione e la deportazione, sollevando ulteriori preoccupazioni per i diritti umani e il giusto processo.
3. Stato attuale e sviluppi recenti (aprile 2025)
- Ripresa dei trasferimenti e aumento degli arrivi: L’Italia ha ripreso i trasferimenti alla fine di gennaio 2025 dopo una pausa di due mesi, a seguito di una revisione delle procedure legali e delle garanzie del governo albanese in merito al benessere dei migranti. Tuttavia, il numero di migranti trasferiti rimane basso rispetto alla capacità dell’accordo, evidenziando le continue sfide legali e logistiche. Allo stesso tempo, l’Italia ha registrato un aumento degli arrivi di migranti, con 1.750 arrivi a gennaio 2025 rispetto a 1.300 a gennaio 2024, mettendo ulteriormente sotto pressione il sistema di asilo italiano e aumentando la pressione sul governo affinché dimostri l’efficacia dell’accordo con l’Albania.
- Criteri di trasferimento e monitoraggio: Il governo sostiene che solo uomini adulti in buona salute provenienti da “paesi sicuri” sono idonei al trasferimento, ma questo criterio è stato criticato dalle organizzazioni per i diritti umani come discriminatorio e privo di giustificazione legale. I gruppi di monitoraggio, comprese le ONG come Amnesty International e Human Rights Watch, hanno in gran parte ritirato la loro osservazione indipendente delle strutture a causa delle continue sfide legali, delle restrizioni all’accesso e delle preoccupazioni per il benessere dei migranti, ostacolando la trasparenza e la responsabilità.
- Opposizione politica e dibattito pubblico: L’accordo continua ad affrontare l’opposizione dei partiti politici sia in Italia che in Albania, con richieste di cessazione o rinegoziazione. Il dibattito si concentra sulle implicazioni etiche e legali dell’outsourcing dell’elaborazione delle domande di asilo, sul potenziale per violazioni dei diritti umani e sull’impatto più ampio sulla politica migratoria europea. L’opinione pubblica rimane divisa, con alcuni che sostengono l’accordo come una misura necessaria per controllare l’immigrazione e altri che lo condannano come disumano e inefficace.
4. Potenziale riorientamento dei centri e prospettive future
- Spostamento verso il rimpatrio: Con il lento ritmo dell’elaborazione delle domande di asilo, le continue sfide legali e la crescente pressione per dimostrare risultati, si sta parlando sempre più di riorientare i centri albanesi come strutture di rimpatrio. Ciò comporterebbe l’utilizzo dei centri per trattenere i migranti con ordini di espulsione finalizzati e facilitare il loro ritorno nei paesi di origine, trasformando di fatto le strutture da centri di elaborazione delle domande di asilo a centri di deportazione.
- Considerazioni sui costi e recupero degli investimenti: Il governo italiano è sotto pressione per giustificare l’ingente investimento di circa 1 miliardo di euro nelle strutture albanesi. Il riorientamento dei centri verso il rimpatrio potrebbe essere visto come un modo per recuperare parte dei costi, dimostrare un risultato tangibile dall’accordo e placare i critici che mettono in discussione la fattibilità finanziaria del progetto.
- Futuro incerto e continue battaglie legali: Il futuro dell’accordo migratorio Italia-Albania rimane incerto. Le continue battaglie legali, l’opposizione politica e le sfide logistiche potrebbero ulteriormente ritardare l’attuazione o portare alla sua cessazione. Le prossime settimane e i prossimi mesi saranno cruciali per determinare se il governo italiano sarà in grado di superare le sfide e sfruttare appieno le strutture in Albania, o se l’accordo rimarrà un’iniziativa in gran parte simbolica con un impatto pratico limitato. La Corte europea di giustizia dovrebbe emettere una sentenza sulla legalità dell’accordo nei prossimi mesi, il che potrebbe avere implicazioni significative per il suo futuro.
