Caso Garlasco Riaperto: Nuove Prove del DNA Indicano Andrea Sempio nell’Omicidio di Chiara Poggi del 2007

A quasi due decenni dal brutale omicidio di Chiara Poggi, una nuova indagine sta tenendo l’Italia con il fiato sospeso, spostando l’attenzione dal condannato Alberto Stasi a un individuo precedentemente scrutinato: Andrea Sempio. Fresche analisi del DNA hanno riaperto il caso, spingendo la Procura di Pavia a perseguire con decisione Sempio come potenziale autore, o addirittura complice, della tragedia di Garlasco del 2007.

Introduzione

Il 13 agosto 2007, la piccola città di Garlasco, in Italia, fu sconvolta dall’omicidio di Chiara Poggi, 28 anni. Alberto Stasi fu infine condannato a 16 anni di reclusione, ma il caso rimase irrisolto nell’immaginario collettivo. Ora, nell’aprile 2025, i progressi nella tecnologia forense hanno portato una svolta sorprendente. Tracce di DNA rinvenute sotto le unghie di Poggi – prove cruciali nelle indagini originali – sono state riesaminate e collegate in modo definitivo ad Andrea Sempio, amico del fratello di Poggi. Questa scoperta ha portato a una drammatica riapertura delle indagini, con Sempio ora sotto stretto scrutinio e che si rifiuta di fornire volontariamente un campione di DNA. Questo articolo approfondisce le complessità del caso riaperto, esaminando le prove, i protagonisti e le potenziali implicazioni per la ricerca della giustizia.

La Rivelazione del DNA: Un Punto di Svolta

Per anni, il DNA rinvenuto sotto le unghie di Poggi è stato un punto di contesa. Inizialmente inconcludente a causa dei limiti tecnologici, l’analisi recente condotta dal biologo forense Ugo Ricci ha prodotto un risultato sorprendente: il DNA è compatibile con il profilo genetico di Andrea Sempio ed esclude definitivamente Alberto Stasi. Ricci, in una dichiarazione a La Milano, ha sottolineato la precisione della nuova analisi, affermando: “I progressi nella tecnologia del sequenziamento del DNA ci consentono di raggiungere un livello di certezza precedentemente irraggiungibile. Possiamo affermare con sicurezza che il profilo del DNA corrisponde a quello di Sempio e non a quello di Stasi”. Questa rivelazione ha costretto gli investigatori a rivalutare tutte le ipotesi precedenti e a concentrare la loro attenzione su Sempio. La Procura di Pavia sta ora costruendo un caso basato su questa prova cruciale, esaminando meticolosamente i movimenti e le connessioni di Sempio nei giorni precedenti l’omicidio. Diversi campioni, inclusi quelli riesaminati dalla scena del crimine originale e nuovi tamponi scoperti, hanno confermato la presenza del DNA di Sempio, rafforzando il caso contro di lui. Il tipo specifico di DNA trovato – cellule epiteliali – suggerisce una colluttazione fisica, aggiungendo peso alla significatività della scoperta.

Sempio Sotto Scrutinio: Oltre il DNA

La rinnovata indagine si estende oltre le prove del DNA. Gli investigatori stanno esaminando meticolosamente le attività di Sempio nei giorni precedenti l’omicidio. Chiamate telefoniche sospette effettuate dal cellulare di Sempio, che coincidono con i momenti in cui Poggi era sola, sono in fase di analisi. I dati delle celle telefoniche rivelano che il telefono di Sempio si trovava nelle vicinanze della casa di Poggi in diverse occasioni nelle settimane precedenti l’omicidio. Inoltre, un verbale di parcheggio di Vigevano, precedentemente presentato come alibi da Sempio, è ora sotto stretto scrutinio. I dati del cellulare sembrano contraddire l’alibi, posizionando il telefono di Sempio significativamente più lontano da Vigevano al momento dell’emissione del verbale. Gli investigatori stanno esaminando anche i registri finanziari e l’attività sui social media di Sempio alla ricerca di potenziali indizi, cercando di ricostruire una cronologia dei suoi movimenti, sperando di scoprire eventuali collegamenti con Poggi o con la scena del crimine, e di stabilire un movente.

Il Fattore Stasi: Un Condannato, Dubbi Persistenti

La riapertura del caso ha naturalmente sollevato interrogativi sulla condanna di Alberto Stasi. Sebbene Stasi continui a proclamare la sua innocenza, è stato giudicato colpevole e condannato a 16 anni di reclusione. È stato descritto come un detenuto modello e gli sono stati concessi permessi per lavorare come contabile, una decisione che ha suscitato critiche da parte di alcuni, in particolare dalla famiglia Poggi. Tuttavia, le nuove prove del DNA gettano un’ombra di dubbio sulla condanna originale. Gli investigatori stanno ora esplorando la possibilità che Sempio abbia agito da solo, o in complicità con altri, potenzialmente incluso Stasi. La possibilità di una complessa rete di relazioni e moventi è attentamente considerata. Alcuni investigatori teorizzano che Stasi possa essere stato un capro espiatorio, mentre altri ritengono che Sempio possa aver manipolato Stasi per partecipare al crimine. L’indagine sta esaminando anche le prove originali presentate contro Stasi, alla ricerca di eventuali incongruenze o dettagli trascurati.

Una Storia di Sospetti: La Precedente Indagine su Sempio

Non è la prima volta che Andrea Sempio viene sospettato nel caso Poggi. Era stato precedentemente indagato nel 2016-2017 in merito alle tracce di DNA rinvenute sotto le unghie di Poggi. Tuttavia, i pubblici ministeri dell’epoca archviarono il caso come una distrazione dalle indagini su Alberto Stasi, citando la mancanza di prove corroboranti e un presunto pregiudizio nell’analisi forense. La decisione di archiviare il caso è ora in fase di revisione, poiché la nuova analisi del DNA fornisce una ragione convincente per riesaminare i precedenti risultati. Il fatto che Sempio fosse stato precedentemente indagato, ma scartato come sospetto, aggiunge un ulteriore livello di complessità al caso e solleva interrogativi sulla completezza delle indagini originali.

Battaglie Legali e Rifiuto di Cooperare

Andrea Sempio ha negato con veemenza qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio di Chiara Poggi. Il suo avvocato, Massimo Lovati, ha descritto il suo cliente come “sconcertato e scioccato” dagli sviluppi e ha espresso fiducia nel fatto che la verità verrà alla luce. Tuttavia, Sempio si rifiuta di fornire volontariamente un campione di DNA alle autorità, costringendo la Procura di Pavia a chiedere un ordine del tribunale per obbligarlo a farlo. Questo rifiuto di cooperare ha ulteriormente alimentato i sospetti e sollevato interrogativi su ciò che Sempio potrebbe nascondere. Lovati sostiene che il rifiuto del suo cliente si basa su preoccupazioni per l’integrità delle indagini e sulla paura di essere ingiustamente preso di mira. Il tribunale dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta di un campione di DNA entro la prossima settimana.

La Famiglia della Vittima: Un Nuovo Dolore e una Ricerca di Giustizia

La riapertura del caso ha comprensibilmente causato un’immensa angoscia alla famiglia Poggi. Rita Poggi, la madre di Chiara, ha espresso l’angoscia della famiglia per dover rivivere il trauma dell’omicidio dopo tanti anni. Cercano disperatamente giustizia per la loro figlia e sperano che la nuova indagine riveli finalmente la verità su ciò che è accaduto in quella fatidica notte a Garlasco. In una recente intervista a Unione Sarda, Rita Poggi ha dichiarato: “Vogliamo solo la verità. Dopo tutti questi anni, meritiamo di sapere cosa è successo veramente alla nostra Chiara”.

Il Futuro delle Indagini: Un Percorso Complesso Verso la Verità

L’indagine su Andrea Sempio è ancora nelle sue prime fasi. Le autorità stanno raccogliendo meticolosamente prove, intervistando testimoni e analizzando dati forensi. Il caso è probabilmente complesso e prolungato, con numerose sfide legali e potenziali ostacoli. Tuttavia, la Procura di Pavia è determinata a seguire tutte le piste e a scoprire la verità sull’omicidio di Chiara Poggi. L’uso di tecniche avanzate di analisi del DNA e il riesame di prove precedentemente archiviate dimostrano un impegno per la giustizia e la volontà di sfidare ipotesi consolidate. Gli investigatori stanno anche esplorando la possibilità di condurre ulteriori test forensi su prove raccolte dalla scena del crimine, inclusi indumenti e oggetti personali.

Un Caso di Studio sui Progressi Forensi e le Indagini sui Casi Irrisolti

Il caso di Garlasco serve come un esempio convincente di come i progressi nella tecnologia forense possano riaprire casi irrisolti e sfidare le condanne esistenti. La capacità di riesaminare le prove con tecniche più sofisticate ha il potenziale per portare sollievo alle famiglie e garantire che la giustizia sia fatta. Questo caso evidenzia anche l’importanza di indagare a fondo su tutti i potenziali sospetti e le prove, anche quelli precedentemente scartati. Il caso di Garlasco sarà probabilmente studiato dalle forze dell’ordine e dagli scienziati forensi per molti anni a venire, fungendo da preziosa lezione nella ricerca della verità e della giustizia. Il caso sottolinea anche l’importanza di preservare le prove forensi per future analisi, poiché i progressi tecnologici possono consentire di ottenere nuove informazioni.

Fonti: