Caso Garlasco: Rifiutata la richiesta di semi-libertà per Stasi nel mentre nuove indagini sul DNA e un’intervista non autorizzata riaprono il caso

Milano, Italia – 11 aprile 2025 – A quasi due decenni dal brutale omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco è stato nuovamente riacceso da nuove prove del DNA e dalla richiesta di libertà vigilata di un detenuto, bruscamente respinta. La Procura di Milano ha negato la richiesta di semi-libertà (permesso di uscire durante il giorno) a Alberto Stasi, decisione direttamente collegata alla sua intervista non autorizzata al programma televisivo “Le Iene”. Questo rifiuto arriva mentre gli investigatori seguono nuove piste genetiche che puntano su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, aggiungendo un ulteriore livello di complessità a un caso che ha catturato l’attenzione dell’Italia per quasi due decenni.

I. Un decennio e mezzo di battaglie legali: Ripercorrendo l’omicidio di Garlasco

L’omicidio di Chiara Poggi nella sua villa a Garlasco il 22 agosto 2007 rimane un caso inquietante nella storia criminale italiana. Inizialmente assolto, Alberto Stasi è stato successivamente condannato in appello e con una sentenza definitiva della Corte Suprema nel 2016, ricevendo una condanna a 16 anni di reclusione. Durante tutto il procedimento legale, Stasi ha costantemente sostenuto la sua innocenza, denunciando un’indagine viziata e un processo giudiziario distorto. Il caso è stato segnato da prove contrastanti, testimonianze mutevoli e persistenti domande sull’integrità delle indagini. La Corte Suprema, pur confermando la condanna, ha riconosciuto un “mosaico di prove”, suggerendo che il caso non si basava su un singolo fatto inconfutabile. La “semi-libertà”, una forma di permesso di uscire durante il giorno, consente ai detenuti di svolgere attività lavorative o formative al di fuori del carcere, rimanendo sotto supervisione.

II. Intervista non autorizzata compromette la richiesta di semi-libertà

Stasi aveva presentato domanda di semi-libertà, che gli avrebbe permesso di trascorrere le giornate fuori dal carcere continuando a scontare la pena. Sebbene le autorità carcerarie abbiano riferito positivamente sul suo comportamento e sulla sua attività lavorativa durante i permessi premio temporanei, la Procura ha citato una violazione procedurale come motivo per il rifiuto. Stasi ha rilasciato un’intervista a “Le Iene” senza ottenere l’autorizzazione preventiva, una violazione delle condizioni allegate al suo permesso temporaneo. I pubblici ministeri hanno sostenuto che, sebbene il contenuto dell’intervista in sé non fosse problematico, il mancato rispetto del protocollo dimostrava una mancanza di rispetto per le regole e sollevava preoccupazioni sulle sue prospettive di riabilitazione. La decisione sottolinea le rigide condizioni imposte ai detenuti che cercano una maggiore libertà e mette in evidenza l’importanza di aderire ai requisiti procedurali, anche per coloro che cercano di reinserirsi nella società.

III. Stasi ribadisce la sua innocenza, punta il dito contro le falle investigative

Nell’intervista a “Le Iene”, Stasi ha ribadito la sua innocenza, affermando di “non avere nulla di cui rimproverarsi”. Ha mosso accuse di indagine viziata, denunciando manipolazioni di prove e una mancanza di reale impegno per scoprire la verità. Ha evidenziato le assoluzioni iniziali e una raccomandazione di assoluzione da parte del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione come prova delle incongruenze nel caso. Stasi crede che l’attenzione dell’indagine si sia spostata dall’accertamento dei fatti alla protezione della reputazione di coloro che sono coinvolti. Le sue dichiarazioni rappresentano un continuo tentativo di contestare la validità della sua condanna ed esporre le presunte ingiustizie all’interno del sistema giudiziario, alimentando una narrazione di una potenziale condanna ingiusta.

IV. Nuove prove del DNA e l’attenzione si concentra su Andrea Sempio

Parallelamente al procedimento riguardante la semi-libertà di Stasi, è emersa una nuova linea di indagine, che si concentra su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. L’analisi genetica di una traccia trovata sotto le unghie di Chiara Poggi ha rivelato un cromosoma Y compatibile con la linea paterna di Sempio. Questa scoperta ha portato a una rinnovata indagine da parte della Procura di Pavia. Sebbene l’indagine non sia intesa a scagionare Stasi, poiché la Corte Suprema ha già stabilito un “mosaico di prove” a sostegno della sua colpevolezza, potrebbe potenzialmente aprire nuove vie legali ed esplorare la possibilità di responsabilità concorrenti nel crimine. Gli investigatori procedono con cautela, riconoscendo che una corrispondenza del DNA non equivale automaticamente a colpevolezza, ma giustifica ulteriori indagini.

V. Battaglie legali sull’imparzialità dei periti forensi

La nuova indagine sul DNA è stata accompagnata da battaglie legali sull’imparzialità dei periti forensi. La Procura di Pavia ha richiesto la ricusazione del genetista forense Emiliano Giardina, mentre il team difensivo di Stasi ha richiesto la ricusazione di Luciano Garofano, consulente di Sempio, adducendo parzialità. Queste sfide evidenziano la sensibilità delle nuove prove e gli sforzi di entrambe le parti per garantire un’indagine equa e obiettiva. Le controversie sull’imparzialità degli esperti sottolineano le complessità dell’analisi forense e il potenziale di interpretazioni contrastanti delle prove, sottolineando la necessità di rigorosi standard scientifici e verifiche indipendenti.

VI. Stato attuale e sviluppi in corso

Al 11 aprile 2025, il caso Garlasco rimane attivo. Il tribunale ha cinque giorni per emettere una decisione definitiva sulla richiesta di semi-libertà di Stasi. Le nuove indagini sul DNA riguardanti Andrea Sempio sono in corso e i team legali sono impegnati in controversie sull’imparzialità dei periti forensi. Il caso continua ad attirare una notevole attenzione pubblica e solleva questioni fondamentali sulla complessità del sistema giudiziario italiano, l’affidabilità delle prove forensi e la ricerca della verità in indagini penali di alto profilo. L’esito di questi procedimenti in corso potrebbe avere implicazioni significative per tutte le parti coinvolte e potrebbe potenzialmente rimodellare la narrazione che circonda l’omicidio di Garlasco, lasciando molte domande senza risposta e la ricerca della giustizia in corso.